Operación Ilex, parla il dottor Maynar: “Mai fornito o consigliato doping ai corridori – Venivano da me perché male allenati dalle squadre, il ciclismo ora è più pulito che mai”

La Operación Ilex e le sue conseguenze hanno scosso il mondo del ciclismo. Una propaggine dell’indagine originata in Spagna ha portato, fra le altre cose, alla rescissione del contratto che legava Miguel Ángel López all’Astana Qazaqstan. Più recentemente, invece, è stato il nome della Caja Rural-Seguros RGA, squadra Professional spagnola, a essere tirata in ballo con quella che può essere definita una “fuga di notizie”. La formazione iberica ha negato con forza ogni coinvolgimento in pratiche illecite e la sua versione è stata confermata da quello che è il personaggio maggiormente coinvolto nell’indagine, il dottor Marcos Maynar.

Lo stesso Maynar ha affidato i suoi punti di vista alla trasmissione El Contranalisis: “Per quel che riguarda la Caja Rural, è solo guerra fra le squadre. Ce ne sono alcune, come la Euskaltel-Euskadi, che sono rimaste fuori dalla Vuelta a España 2023 e così hanno confezionato queste informazioni, sperando di far escludere la Caja Rural dalle prossime edizioni. Ma sono cose senza né capo né coda. Io denuncerò probabilmente i giornali che hanno diffuso queste cose, perché hanno mentito in maniera incredibile. Hanno preso cose scollegate fra loro e hanno fatto un ‘copia e incolla’ per creare una trama credibile. Ad esempio, hanno preso una mia conversazione risalente a due anni or sono e l’hanno mischiata a una di due mesi fa. Questo è quello su cui basa l’accusa che la Caja Rural sia coinvolta in pratiche dopanti”.

Maynar non smentisce di aver lavorato con corridori professionisti: “Avevamo un gruppo di atleti cui davamo supporto in campo medico e per l’allenamento. L’intenzione era aiutare le persone che chiedevano la nostra collaborazione. Il mio gruppo di lavoro ritiene come base che si possa gareggiare senza fare in alcun modo uso di doping e quello che ci motivava era contribuire all’allenamento dei corridori con metodi tradizionali. Il ciclismo di alto livello è un mondo speciale e tanti tecnici delle squadre non hanno la giusta esperienza. Adesso sembra che basti avere un nutrizionista che ti detta una dieta chissà quanto incredibile, basata sulla teoria. Io posso dire che alcuni dei corridori con cui ho lavorato erano troppo e male allenati e avevano avuto bisogno di un cambio completo nella loro gestione per fare in modo che il loro corpo tornasse a funzionare correttamente”.

Il medico spagnolo conferma anche una delle cose che gli vengono attribuite: “Dicevo ai corridori di non dire nulla alle squadre? Sì, è vero. Ma perché oggi c’è un grande problema nelle squadre: se non fai quello che ti dicono loro, ti tengono ai margini e magari non ti selezionano per le corse. Gli atleti della Caja Rural che mi hanno contattato lo hanno fatto senza passare dalla loro squadra. A loro dissi che non avrebbero mai avuto problemi di doping con me e infatti non sono mai trovati positivi a nulla. Noi siamo puliti, credo che sia evidente. Vogliamo parlare di Miguel Ángel López? Non gli ho mai consigliato nulla di illecito, anche perché andava già così forte che era evidente non gli sarebbe neanche servito. Io penso che oggi il ciclismo sia più pulito che mai“.

A detta di Maynar, il problema che sta emergendo di questi tempi è un altro. “Lo ha detto Nathan van Hooydonck qualche giorno fa – le parole del medico spagnolo, che ricorda quanto dichiarato dal corridore belga costretto da poco al ritiro per via di un problema cardiaco – I corridori allenano troppo l’intensità e non fanno più lavoro di fondo. È come se avessero girato la piramide delle caratteristiche dell’atleta, dando per scontato che le capacità di fondo vengano insieme all’intensità e al fatto di fare chissà quanti chilometri in allenamento. Adesso si basa tutto sui parametri fisici e sulla potenza. Il ciclista ora viene trattato come una macchina da allenamento e non come un essere umano, tanto che la persona che conta di più, nel personale a sostegno, è l’allenatore, che è sempre insieme ai corridori. Così, ora si vedono sempre più ragazzi di vent’anni anemici, sempre a causa di questa ‘intensità’ da cercare durante gli allenamenti”.

Maynar come vede il suo futuro? “Spero di uscire pulito da tutto questo. Prima mi avevano accusato di pratiche dopanti, traffico di sostanze e riciclaggio, ma da quel che so di doping non si parla già più. Nel caso di López, nelle sedi opportune, è già emerso che lui non ha mai ricevuto nulla di illecito, né in Ungheria né chissà dove”.

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